"Un'amore dal passato"
•Doujinshi/Fanfiction •Raiting: da definire
•Serie: Naruto Shippuden •Pairing principale: Naruto x Hinata
•ENGLISH version: HERE
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pag2-3
Mi sveglio di soprassalto nel mio
letto, le coperte a terra ed il cuscino sotto i miei piedi, incapace di
distinguere bene tra sogno e realtà. Il sole penetra dalla finestra e qualche
uccellino cinguetta sugli alberi intorno a casa mia.
Mentre riprendo coscienza un senso
di vuoto mi riempie, e l’impossibilità di capire da cosa derivi mi lascia spaventosamente
sconvolto.
Nella mia mente, al nulla iniziale
di chi si è appena svegliato si sovrappone il volto aggraziato di quella donna,
indelebile e estremamente nitido. Mi manca.
Era tutto così reale…
Sento il cuore placarsi
leggermente e tutto me stesso preso da quella figura dolce e malinconica.
La sento effimera, come il vento
tra le dita, come quando senti di possedere qualcosa che per quanto la
desideri, non sarà mai tua. Mi passo una mano tra i capelli arruffati e
sospiro.
…così parte di me.
Il mio attaccamento a lei è una cosa
che non so spiegarmi.
Sbadiglio assonnato e confuso, con
il pensiero rivolto ancora al mio mondo fantastico.
Chissà cosa significa quel sogno…
Era tutto fin troppo familiare e…
vissuto. Sembrava più un ricordo a dire il vero.
Le emozioni che ho provato… era
come se già la conoscessi. E quello sguardo diabolico poco dopo… non ne avevo
paura, ma rispetto. Strano: sono sicuro che chiunque se la sarebbe fatta
addosso.
La sveglia squilla puntuale nel
suo compito, interrompendo i miei pensieri e i miei mugugni.
«Accidenti! Così arriverò in
ritardo!»
Salto giù dal letto e nel caos
totale della mia stanza mi spoglio, cercando di trovare lo zaino e la divisa
del giorno prima che so ancora pulita anche se stropicciata. Una vera mission
impossible in cui mi accorgo che effettivamente dovrei dare ascolto più spesso
ai consigli di mia madre sull’ordine e sulla pulizia.
«Dovresti regolare quella sveglia
un giorno di questi! Insomma, sono mesi che squilla alle otto meno venti invece
che alle sette meno venti!»
Ripete sbucando con la testa dalla
cucina per il terzo giorno di fila(o forse qualcuno in più) e senza neanche
darmi il buongiorno.
Mi guarda raccattare le mie cose in
giro, infilarle di fretta e alla rinfusa in uno zaino…
Non riesce a far a meno di
borbottare che somiglio più al figlio di un barbone che a quello del sindaco.
Come se me ne fosse mai importato qualcosa...
Salutandola con un cenno ed
addentando una fetta biscottata al volo esco il più velocemente possibile, sperando
con tutto il cuore di non essere troppo in ritardo.
Come al solito… ma almeno stamattina non mi sono
dimenticato ne le scarpe ne le chiavi di casa.
Rimugino, sbattendo la porta e
precipitandomi verso la strada.
Non avevo calcolato forse i
capelli spettinati più del solito e il nodo della cravatta non fatto.

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